Ma eccola egualmente la trama: un drammaturgo, dopo la propria morte, convoca grazie ad un espediente gli attori che interpretarono i personaggi delle sue opere. Quelli di Resnais si presentano all'inizio del film con i loro veri nomi: Michel Piccoli, Pierre Arditi, Sabine Azéma, Anne Consigny, Lambert Wilson, Anny Duperey, Mathieu Amalric, Denis Podalydes, e via dicendo. Come dire: molte delle stelle che hanno composto l'immensa galassia poetica dell'autore. Una splendida costellazione, che non è riunita per una pura parata celebrativa, ma per assistere (quasi un teatro nel teatro) ad una rappresentazione dell' "Euridice" di Jean Anouilh. Orfeo che perde Euridice: per non essersi impedito di guardarla una volta ancora.

Ogni personaggio del pezzo verrà incarnato da diversi attori. Così, non saranno solo i più giovani a confrontarsi con gli anziani: ma lo scorrere del tempo, eterno protagonista del cinema di Resnais. Il passato e il presente, un gioco infinito di specchi che permette all'autore, a somiglianza di Orfeo, di sfidare il destino. Originalità di un maestro della manipolazione: non sarà un suo capolavoro, ma la riconferma di una vertiginosa, eterna giovinezza.